Friday, October 14, 2011

Odysseus in the Underworld

I've been reading the Fagles translation of the Odyssey in preparation for teaching. The preface has an interesting note on Odysseus as portrayed in Dante's Inferno. Dante places Odysseus in the lower rings of Hell where he burns eternally for deceiving the Trojans. Most of Canto XXVI is dedicated to a monologue by Odysseus on how his restless heart compelled him to once again leave his family and set sail into the Atlantic where he drowned, just in sight of land:

                                         "Quando

mi diparti' da Circe, che sottrasse
  me piu` d'un anno la` presso a Gaeta,
  prima che si` Enea la nomasse,

ne' dolcezza di figlio, ne' la pieta
  del vecchio padre, ne' 'l debito amore
  lo qual dovea Penelope' far lieta,

vincer potero dentro a me l'ardore
  ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto,
  e de li vizi umani e del valore;

ma misi me per l'alto mare aperto
  sol con un legno e con quella compagna
  picciola da la qual non fui diserto.

L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna,
  fin nel Morrocco, e l'isola d'i Sardi,
  e l'altre che quel mare intorno bagna.

Io e ' compagni eravam vecchi e tardi
  quando venimmo a quella foce stretta
  dov'Ercule segno` li suoi riguardi,

accio` che l'uom piu` oltre non si metta:
  da la man destra mi lasciai Sibilia,
  da l'altra gia` m'avea lasciata Setta.

"O frati", dissi "che per cento milia
  perigli siete giunti a l'occidente,
  a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'e` del rimanente,
  non vogliate negar l'esperienza,
  di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:
  fatti non foste a viver come bruti,
  ma per seguir virtute e canoscenza".

Li miei compagni fec'io si` aguti,
  con questa orazion picciola, al cammino,
  che a pena poscia li avrei ritenuti;

e volta nostra poppa nel mattino,
  de' remi facemmo ali al folle volo,
  sempre acquistando dal lato mancino.

Tutte le stelle gia` de l'altro polo
  vedea la notte e 'l nostro tanto basso,
  che non surgea fuor del marin suolo.

Cinque volte racceso e tante casso
  lo lume era di sotto da la luna,
  poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo,

quando n'apparve una montagna, bruna
  per la distanza, e parvemi alta tanto
  quanto veduta non avea alcuna.

Noi ci allegrammo, e tosto torno` in pianto,
  che' de la nova terra un turbo nacque,
  e percosse del legno il primo canto.

Tre volte il fe' girar con tutte l'acque;
  a la quarta levar la poppa in suso
  e la prora ire in giu`, com'altrui piacque,

infin che 'l mar fu sovra noi richiuso."

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